Tassazione Criptovalute in Svizzera

Scopri tutto quello che c'è da sapere sulla tassazione delle criptovalute in Svizzera leggendo questa guida completa aggiornata al 2025

In Svizzera, investire in criptovalute è legale, ma comprenderne la fiscalità è tutt’altro che banale. Se hai dubbi o domande sulla tassazione delle criptovalute in Svizzera, puoi leggere questa guida completa, oppure contattarci per chiedere consulenza.

La nostra guida aggiornata al 2025 sulle criptovalute e la relativa tassazione ti accompagna passo dopo passo tra imposta sulla sostanza, plusvalenze, staking e mining, aiutandoti a evitare errori comuni. Se vivi o operi in Svizzera e possiedi crypto, sapere come dichiararle correttamente può fare la differenza tra serenità e sanzioni. Iniziamo.

Come funziona la tassazione delle criptovalute in Svizzera?

La Svizzera rappresenta una delle giurisdizioni più favorevoli al mondo per chi investe in criptovalute, ma la chiarezza normativa non elimina la complessità del sistema fiscale. Le criptovalute sono considerate beni patrimoniali ai fini fiscali, equiparate ad altri asset come le azioni o l’oro. Tuttavia, il trattamento fiscale varia a seconda della natura del reddito prodotto e del profilo dell’investitore.

A livello federale, l’Amministrazione Federale delle Contribuzioni (AFC) ha definito linee guida precise: le criptovalute vanno dichiarate nella sezione “beni mobili” della dichiarazione fiscale. Nonostante non siano considerate moneta a corso legale, vengono valutate in franchi svizzeri al 31 dicembre di ogni anno.

La tassazione delle criptovalute in Svizzera si articola principalmente su tre fronti:

  • Imposta sulla sostanza, applicata al valore totale del portafoglio crypto
  • Redditi imponibili, derivanti da staking, mining e interessi
  • Plusvalenze, tassabili solo se l’attività è considerata professionale

Il quadro normativo: criptovalute riconosciute come asset digitali

Le criptovalute in Svizzera non sono riconosciute come valuta legale, ma come “beni patrimoniali”. Questa classificazione è fondamentale per comprenderne il trattamento fiscale.

Punti chiave:

  • Le criptovalute rientrano nella categoria dei “mezzi di pagamento alternativi” secondo FINMA.
  • Ai fini fiscali, sono trattate alla stregua di beni mobili, come opere d’arte o metalli preziosi.
  • La valutazione avviene al tasso ufficiale di cambio pubblicato dall’ESTV, ove disponibile.
  • Il trattamento fiscale può variare da Cantone a Cantone.

Le regolamentazioni in Svizzera si distinguono per trasparenza e neutralità tecnologica. Questo approccio ha attratto numerosi operatori del settore blockchain e crypto, rendendo il Paese un hub innovativo ma esigente sul piano normativo.

criptovalute tassabili in svizzera: consulenza crypto

Criptovalute e imposta sulla sostanza: come si calcola?

L’imposta sulla sostanza è una tassa patrimoniale cantonale e comunale, applicata al valore netto del patrimonio al 31 dicembre.

Per le criptovalute:

  • Vengono dichiarate nella sezione “altri beni mobili”.
  • Il valore è calcolato in CHF utilizzando i tassi ufficiali dell’ESTV.
  • Se il token non ha un cambio ufficiale, si può usare una media di mercato o un report indipendente.

Esempio pratico:

  • Se al 31 dicembre detieni 1 BTC e il tasso ESTV è 38’000 CHF, dichiarerai 38’000 CHF.
  • A seconda del tuo Cantone, pagherai una percentuale su quel valore (es. 0,3%-0,5%).

Importante: questa tassa si applica indipendentemente dal fatto che tu abbia venduto o meno le tue criptovalute.

Redditi da criptovalute: quando sono tassabili?

Non tutte le criptovalute generano reddito, ma in alcuni casi specifici la tassazione è obbligatoria.

Situazioni tassabili:

  • Staking e interessi da protocolli DeFi o piattaforme CeFi
  • Mining, considerato attività commerciale
  • Airdrop e bonus promozionali

Criteri di tassabilità:

  • Se ricevi un valore in token come controprestazione (es. per aver bloccato fondi), è reddito imponibile.
  • Il valore è calcolato in CHF al momento della ricezione.
  • Va dichiarato come “altri redditi” nella dichiarazione fiscale.

Non sono invece tassabili le plusvalenze da semplice detenzione e rivendita di criptovalute, se l’attività è considerata privata.

Criptotrading: differenza tra attività privata e professionale

Capire se la tua attività di trading è considerata privata o professionale è cruciale per evitare errori fiscali. In Svizzera, le plusvalenze realizzate da investitori privati sono esenti da imposta sul reddito. Tuttavia, se l’attività è qualificata come professionale, tali guadagni diventano imponibili.

Questa distinzione viene effettuata caso per caso, secondo i criteri pubblicati dall’AFC, noti come “circolare n. 36”.

I criteri dell’ESTV per distinguere il trader privato dal professionista

L’AFC applica cinque criteri principali per valutare la natura dell’attività di trading:

1. Durata della detenzione: Se la durata media di possesso degli asset è inferiore a 6 mesi, si può sospettare una finalità speculativa.

2. Volume delle transazioni: Se il volume delle compravendite supera 5 volte il valore iniziale del portafoglio, può essere considerato eccessivo per un’attività privata.

3. Ricorso alla leva finanziaria: L’uso di leva è considerato un indicatore tipico del trading professionale.

4. Attività regolare e sistematica: Operazioni frequenti, magari con strumenti automatici o bot, suggeriscono un’attività abituale.

5. Utilizzo dei proventi per sostenersi: Se i guadagni servono come fonte principale di reddito, l’attività perde il carattere privato.

Il superamento di almeno due o tre di questi criteri può già bastare per la riclassificazione come attività professionale.

Conseguenze fiscali per i trader professionisti

Se vieni qualificato come trader professionista:

Le plusvalenze sono tassate come reddito da lavoro autonomo:

Ciò implica che i profitti derivanti dall’attività di trading devono essere inseriti nella dichiarazione dei redditi e concorrono alla formazione del reddito imponibile. L’aliquota applicata varia in base al Cantone e alla fascia di reddito, il che può incidere sensibilmente sulla somma da versare.

Devi aprire una posizione AVS

Trattandosi di un’attività lucrativa indipendente, sei obbligato a registrarti presso la cassa di compensazione AVS. Questo comporta il versamento dei contributi sociali (AVS/AI/IPG), che si aggirano intorno al 10% del reddito netto generato dall’attività.

È necessario tenere una contabilità accurata

Ogni operazione deve essere tracciata, registrata e documentata. Le autorità fiscali richiedono una rendicontazione completa con elenco delle operazioni effettuate, date, valori in CHF e costi associati. In caso di controlli, l’assenza di prove documentali può comportare sanzioni o la ricostruzione forfettaria del reddito.

Possibilità di deduzioni

In quanto attività professionale, il trader ha diritto a dedurre costi inerenti al proprio lavoro, come ad esempio:

  • Software e strumenti di analisi
  • Commissioni e costi di transazione
  • Spese per energia elettrica e connessione internet
  • Perdite realizzate durante l’anno fiscale

Per questo motivo, è fondamentale analizzare il proprio comportamento fiscale e, se necessario, richiedere un parere preventivo all’amministrazione cantonale per evitare contestazioni retroattive.

Staking, Mining, Airdrop: trattamento fiscale specifico

Il panorama fiscale svizzero sulle criptovalute è generalmente chiaro, ma quando si entra nel campo delle attività che generano reddito da criptoattività, le sfumature diventano fondamentali. Staking, mining e airdrop non sono semplici voci da dichiarare: ciascuno di questi casi attiva conseguenze fiscali distinte che variano in base alla natura dell’attività, alla regolarità con cui viene svolta e alla qualificazione del soggetto (privato o professionale).
Chi possiede o interagisce con asset digitali in modo attivo – validando blocchi, ricevendo token gratuitamente, o guadagnando interessi in criptovaluta – deve conoscere come comportarsi a livello fiscale per evitare errori formali e sfruttare i vantaggi legittimi previsti dalla legge svizzera.

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Staking: redditi periodici e tassazione sul valore ricevuto

Lo staking consiste nel “congelare” una quantità di criptovalute per partecipare alla validazione delle transazioni su blockchain di tipo Proof-of-Stake (PoS). In cambio, si ricevono ricompense in token, che assumono natura di reddito periodico.

In Svizzera:

Le ricompense da staking sono tassabili: vengono trattate come reddito imponibile, assimilabile a un rendimento da investimento, e vanno dichiarate nella sezione dei redditi.

Il valore dichiarabile è quello di mercato (in CHF) al momento della ricezione dei token, non quando vengono convertiti o venduti.

Importante: anche se i token ricevuti vengono immediatamente reinvestiti o messi in staking, il valore ricevuto è comunque fiscalmente rilevante.

Per evitare contestazioni:

  • Mantieni uno storico preciso dei versamenti e dei token ricevuti (timestamp, wallet address, valore in CHF).
  • Se usi piattaforme come Lido o Rocket Pool (staking liquido), verifica se il rendimento è incorporato nel token (es. stETH): anche in quel caso potrebbe scattare l’obbligo dichiarativo.

Mining: attività professionale e relative implicazioni

Il mining – il processo di validazione Proof-of-Work – è trattato in modo più rigido dalla prassi fiscale svizzera. È generalmente considerato un’attività commerciale o professionale, anche quando svolto in ambito domestico.

Le implicazioni principali sono:

Le criptovalute minate sono considerate reddito d’impresa: il valore di mercato dei token ricevuti al momento della creazione va dichiarato come reddito imponibile.

  • Obbligo di contabilità: chi svolge mining su scala continuativa (anche se non con grandi profitti) deve tenere un rendiconto chiaro di entrate e spese.
  • Possibilità di dedurre i costi: consumi elettrici, hardware, software e altri costi operativi sono deducibili se debitamente documentati.
  • Contributi AVS e imposte cantonali: se qualificato come lavoratore indipendente, il miner deve iscriversi all’AVS e versare i contributi.

In sintesi:

  • Il mining è raramente considerato un’attività “hobby”.
  • Se effettui mining anche in forma marginale, è consigliabile consultare l’autorità fiscale cantonale per verificare la qualificazione corretta.

Airdrop: un caso grigio nel fisco svizzero

Gli airdrop rappresentano un caso particolarmente delicato, perché non esiste ancora un’unica linea interpretativa ufficiale. Tuttavia, si possono identificare due casi distinti, fondamentali per la corretta dichiarazione fiscale:

Natura dell’airdrop:
La natura dell’airdrop incide in modo decisivo sulla sua classificazione fiscale. Se il ricevimento dei token avviene automaticamente, senza richiesta né azione da parte del contribuente, l’evento può essere interpretato come una donazione e, se di importo trascurabile, potrebbe non essere soggetto a tassazione. Al contrario, se l’airdrop è legato a una condizione, come la registrazione su una piattaforma o l’esecuzione di un’azione promozionale (es. condivisione social), esso costituisce un corrispettivo in natura e deve essere dichiarato come reddito imponibile.

Note operative:

  • Documentare ogni transazione con screenshot e report.
  • In caso di dubbi sulla qualificazione, è consigliato interpellare l’autorità cantonale o un consulente fiscale esperto.

Tassazione per residenti e frontalieri: cosa cambia?

In Svizzera, il luogo di residenza fiscale gioca un ruolo centrale nel determinare gli obblighi dichiarativi relativi alle criptovalute. Tuttavia, con l’espansione del mercato crypto tra giovani investitori, expat e frontalieri, le domande su dove e come dichiarare i propri asset digitali stanno diventando sempre più frequenti. La risposta non è sempre univoca: bisogna considerare status fiscale, luogo di domicilio legale e attività economica svolta.


Se sei residente in Svizzera o lavori qui ma vivi in un altro Paese (come Italia o Francia), è essenziale capire quali cripto-attività vanno riportate nel quadro fiscale svizzero e quali potrebbero essere oggetto di doppia imposizione o accordi bilaterali.

Approfondiamo le differenze fondamentali tra residenti e non residenti, per aiutarti a dichiarare correttamente e ottimizzare legalmente la tua posizione.

Residenza fiscale e dichiarazione delle criptovalute

Chi è fiscalmente residente in Svizzera – cioè vi ha domicilio legale o vi soggiorna per oltre 30 giorni esercitando un’attività lucrativa, o 90 giorni senza attività – è tenuto a dichiarare l’intero patrimonio globale, comprese le criptovalute detenute su wallet esteri o su exchange stranieri.

Aspetti principali:

  • Le criptovalute sono soggette all’imposta sulla sostanza, come ogni altro bene patrimoniale. Il loro valore deve essere calcolato al 31 dicembre, utilizzando il cambio ufficiale dell’ESTV (o una stima giustificata in assenza di quotazione ufficiale).
  • Devono essere dichiarate anche le attività reddituali derivanti da staking, mining o airdrop, se ricevuti nel periodo fiscale.
  • Il Cantone di residenza incide sulle aliquote effettive, dato che l’imposta sulla sostanza è cantonale e comunale (non federale). Zugo, Svitto e Lucerna, ad esempio, offrono tassazioni più vantaggiose.
  • Anche le attività professionali in ambito crypto (es. trading, mining professionale) devono essere notificate alle autorità fiscali e possono generare obblighi contributivi.

Importante: non importa dove siano conservate le criptovalute (Ledger, Binance, MetaMask). Conta dove risiedi fiscalmente. Ignorare questo principio può portare a sanzioni o richieste di rettifica.

Caso dei frontalieri e investitori esteri con wallet in Svizzera

Se risiedi all’estero ma lavori in Svizzera o hai investimenti tramite piattaforme svizzere, la tua posizione è più complessa. Le criptovalute possono infatti creare presunzioni di attività economica in Svizzera, anche quando l’utente non è formalmente residente.

Ecco cosa tenere in considerazione:

  • I frontalieri (es. residenti in Italia che lavorano in Ticino) sono generalmente tassati nel proprio Paese di residenza per il patrimonio, inclusi i crypto asset. Tuttavia, i redditi generati in Svizzera possono essere tassati alla fonte (es. se l’exchange ha sede fiscale svizzera o se l’attività è considerata professionale).
  • Se l’attività di gestione di criptovalute si svolge tramite una società o wallet domiciliati in Svizzera, l’utente estero potrebbe essere considerato come avente una stabile organizzazione digitale in territorio svizzero. Questo aspetto, ancora poco normato, sta attirando l’attenzione della FINMA.
  • Gli investitori esteri che trasferiscono grandi volumi su conti svizzeri (es. per usufruire della stabilità fiscale) devono verificare se sussistano obblighi di dichiarazione nel Paese d’origine per rapporti con istituti finanziari esteri.

Consiglio operativo: se sei un frontaliere o un expat con wallet attivi su più giurisdizioni, consulta un fiscalista esperto in materia transfrontaliera per evitare doppie imposizioni e sfruttare le convenzioni bilaterali tra Stati.

Come dichiarare correttamente le criptovalute

Dichiarare le criptovalute nel sistema fiscale svizzero è obbligatorio per chi è residente o ha legami economici rilevanti con il Paese. Tuttavia, a differenza di altri strumenti finanziari, le crypto non sono ancora perfettamente integrate nei modelli fiscali tradizionali. Questo genera confusione, errori frequenti e, nei casi peggiori, sanzioni o rettifiche retroattive.
Per mettersi al sicuro ed evitare contestazioni, è fondamentale seguire procedure corrette, documentare ogni attività e conoscere le linee guida dell’Amministrazione Federale delle Contribuzioni (AFC / ESTV).

come dichiarare correttamente criptovalute in svizzera

La buona notizia è che, con una gestione ordinata, è possibile rispettare gli obblighi fiscali senza difficoltà e spesso anche ottimizzare legalmente la propria posizione. Vediamo come.

Moduli fiscali e documentazione da allegare

La dichiarazione delle criptovalute deve essere inclusa nella sezione del patrimonio (sostanza) della dichiarazione dei redditi cantonale e, ove applicabile, anche in quella federale.

Ecco cosa serve per una dichiarazione completa e corretta:

  • Elenco dettagliato delle criptovalute possedute al 31 dicembre dell’anno fiscale (es. BTC, ETH, SOL, ecc.).
  • Quantità di ciascun asset e valore di mercato in CHF al momento della chiusura dell’anno fiscale. Se disponibile, si usa il tasso di conversione ufficiale dell’ESTV (pubblicato annualmente). In mancanza, si può utilizzare un tasso medio da una piattaforma riconosciuta (es. CoinMarketCap o Binance).
  • Prove di possesso: screenshot del wallet, estratti conto dagli exchange, registro delle transazioni.
  • Indirizzi pubblici dei wallet, se usi soluzioni self-custodial (Ledger, MetaMask, ecc.), per dimostrare la tracciabilità dei fondi.

📌 Nota importante: se usi piattaforme DeFi, DEX o bridge cross-chain, la tracciabilità può essere più complessa. In questi casi è raccomandabile esportare report periodici (es. tramite strumenti come Koinly, Accointing o CoinTracking).

Valutazione dei token illiquidi o non listati

Non tutte le criptovalute sono facilmente valutabili: alcuni token sono poco scambiati, assenti dagli exchange regolamentati o addirittura non ancora listati. In questi casi, la valutazione non può essere fatta in modo arbitrario, ma deve seguire criteri oggettivi e giustificabili.

Strategie accettate per valutare token illiquidi:

  • Ultimo prezzo noto da un exchange centralizzato o decentralizzato affidabile.
  • Media ponderata dei prezzi su più piattaforme.
  • Valutazione tramite perizia indipendente: utile in caso di grandi quantità o token pre-listing.
  • Valore pari a zero (ammesso solo se il token è effettivamente privo di valore o irrecuperabile).

Il contribuente ha l’onere della prova: se dichiari un token con valore nullo o molto basso, devi motivare la tua valutazione. La mancata trasparenza può far scattare accertamenti.

Consiglio operativo: mantieni un archivio dei movimenti anche per i token minori. Potrebbero essere rivalutati in futuro (es. dopo un listing su un exchange) e generare plusvalenze latenti.

Strategia fiscale: come ottimizzare legalmente

Nel contesto svizzero, il concetto di ottimizzazione fiscale non è sinonimo di evasione, bensì di pianificazione consapevole nel rispetto delle normative vigenti. Chi possiede criptovalute può – e dovrebbe – valutare con attenzione dove, come e attraverso quale struttura detenere i propri asset digitali, così da ridurre in modo legittimo l’impatto fiscale complessivo.
La Svizzera, con il suo sistema decentralizzato su base cantonale, offre margini di manovra significativi, sia per privati che per imprenditori e investitori più strutturati. Tuttavia, la chiave è muoversi con criterio, trasparenza e visione a medio-lungo termine.

Vediamo le strategie principali da considerare.

Scelta del Cantone: dove si paga meno?

Non tutti i Cantoni svizzeri applicano lo stesso livello di imposizione. L’imposta sulla sostanza, in particolare, può variare in modo significativo tra una giurisdizione e l’altra, influenzando direttamente la convenienza a detenere patrimoni crypto in una determinata località.

Esempi rilevanti:

  • Zugo: noto come “Crypto Valley”, applica un’imposta sulla sostanza tra le più basse del Paese e offre un’amministrazione fiscale aperta all’innovazione digitale.
  • Lucerna e Appenzello Esterno: anch’essi tra i Cantoni con fiscalità agevolata per i patrimoni personali.
  • Canton Vaud o Ginevra: fiscalmente più onerosi, ma con maggiore infrastruttura per consulenze specialistiche.

La scelta del domicilio fiscale è quindi uno strumento legittimo di ottimizzazione, a patto che sia reale e non fittizio.

Holding di criptovalute: conviene aprire una società?

Per alcuni profili – in particolare investitori professionali, trader frequenti, gestori di fondi o detentori di grandi patrimoni crypto – può essere conveniente valutare l’apertura di una società di capitali svizzera (SAGL o SA).

Vantaggi potenziali:

  • Tassazione ridotta degli utili societari, rispetto all’imposizione personale in alcuni casi.
  • Deduzione delle spese collegate all’attività: hardware, software, licenze, consulenze, trasferta, ecc.
  • Migliore gestione del rischio patrimoniale, grazie alla separazione tra patrimonio personale e societario.
  • Maggiore credibilità verso partner, exchange, banche e autorità.

Tuttavia, questa struttura implica anche maggiori oneri amministrativi: contabilità obbligatoria, revisione, dichiarazioni periodiche, rispetto delle normative societarie.

È importante valutare caso per caso, con simulazioni di carico fiscale complessivo, prima di intraprendere questa scelta.

Pianificazione e consulenza: perché è fondamentale

Le normative fiscali cambiano, le interpretazioni variano da Cantone a Cantone e, nel caso delle criptovalute, molte questioni restano aperte o in evoluzione. Per questo motivo, affidarsi a una consulenza professionale esperta non è un costo, ma un investimento.

Un consulente specializzato può:

  • Analizzare la situazione patrimoniale e reddituale individuale.
  • Individuare le migliori strategie legali e fiscali disponibili.
  • Ridurre il rischio di contestazioni, sanzioni o errori formali.
  • Rappresentarti presso le autorità fiscali in caso di dubbi interpretativi o controversie.

In conclusione, la gestione fiscale delle criptovalute richiede metodo, trasparenza e aggiornamento continuo. Un approccio reattivo può costare caro. Una pianificazione proattiva, invece, consente di operare in serenità e sicurezza.

Cosa aspettarsi nel futuro della tassazione criptovalute in svizzera

Il mondo delle criptovalute si muove velocemente, ma la fiscalità spesso lo insegue con lentezza. Tuttavia, anche in Svizzera si avvertono segnali di cambiamento: l’attenzione delle autorità fiscali e finanziarie cresce, così come l’interesse politico e internazionale verso una regolamentazione più chiara.

Nei prossimi anni è lecito attendersi una maggiore standardizzazione delle pratiche fiscali, un aumento dei controlli e l’introduzione di strumenti tecnologici per monitorare il patrimonio digitale dei contribuenti.

Chi opera nel settore crypto in modo attivo, anche solo come investitore, deve quindi prepararsi: trasparenza, documentazione e tracciabilità saranno elementi sempre più rilevanti.

Vediamo cosa potrebbe cambiare in modo concreto.

Proposte legislative e trend in discussione

Sebbene la Svizzera non applichi (al momento) una legge fiscale dedicata alle criptovalute, il contesto normativo internazionale potrebbe spingere verso un adeguamento più sistemico. In particolare:

  • Il regolamento europeo MiCA (Markets in Crypto-Assets), pur non vincolante per la Svizzera, avrà effetti indiretti. Le imprese crypto con operatività transfrontaliera potrebbero dover adattarsi agli standard europei per operare con clienti nell’UE.
  • A livello interno, alcuni Cantoni stanno già sperimentando modelli semplificati per la dichiarazione di asset digitali, specialmente per favorire l’insediamento di startup blockchain.
  • La FINMA e l’ESTV hanno mostrato maggiore apertura al dialogo con aziende e consulenti per costruire linee guida più trasparenti, soprattutto su temi ancora ambigui come staking liquido, NFT o DAO.

Sebbene la tradizione svizzera sia orientata alla prudenza normativa, è probabile che l’influenza esterna e la pressione internazionale portino a un inquadramento più preciso, senza rinunciare alla competitività fiscale.

Intelligenza artificiale e monitoraggio fiscale

Un cambiamento meno visibile, ma già in atto, riguarda l’adozione dell’intelligenza artificiale da parte delle autorità fiscali. Anche in Svizzera, l’AFC ha iniziato a utilizzare strumenti analitici evoluti per:

  • incrociare dati da più fonti (dichiarazioni, movimenti bancari, report da exchange);
  • identificare anomalie o patrimoni non dichiarati;
  • ricostruire la cronologia di wallet, anche non custodial, tramite blockchain analytics.

Parallelamente, gli accordi bilaterali e multilaterali di scambio automatico di informazioni (CRS, FATCA, ecc.) stanno espandendosi. Questo significa che anche le crypto detenute all’estero potrebbero diventare visibili alle autorità svizzere, soprattutto se integrate in portafogli bancari o fintech.

In prospettiva, il contribuente crypto dovrà comportarsi sempre più come un contribuente tradizionale: mantenere documentazione strutturata, sapere dove sono i propri fondi e anticipare le domande del fisco, anziché reagire in ritardo.

monitoraggio criptovalute con l'intelligenza artificiale

Come possiamo aiutarti: consulenza fiscale su misura

Presso ECO TCA Consulting, mettiamo a disposizione oltre 30 anni di esperienza nella consulenza fiscale, maturata tra Italia e Svizzera, per offrire servizi personalizzati anche nel settore delle criptovalute. La nostra squadra di esperti valuta ogni situazione individuale—sia da investitori privati sia da persone giuridiche—analizzando fattori come residenza fiscale, natura dell’attività crypto e patrimonio digitale.

Cosa offriamo:

  • Analisi preliminare del tuo profilo fiscale crypto, inclusa la verifica della natura delle operazioni (staking, trading, mining, airdrop).
  • Dichiarazione dei redditi e della sostanza, con compilazione di modelli cantonali e federali, valorizzazione asset crypto e reportistica conforme ESTV.
  • Pianificazione fiscale personalizzata: selezione del domicilio fiscale in base alle imposte sulla sostanza, valutazione della convenienza societaria (SAGL, SA), deduzioni e ottimizzazione.
  • Consulenza operativa: supporto nella scelta della struttura più efficiente, redazione della contabilità, gestione dei rapporti con le autorità fiscali.
  • Assistenza continua: monitoraggio normativo, aggiornamenti su linee guida emergenti (MiCA, autorità cantonali, AFC), supporto in caso di controlli o contestazioni.

Operando da Zurigo, offriamo contatti diretti con gli uffici fiscali cantonali e una profonda conoscenza delle convenzioni internazionali quali doppia imposizione e CRS. Che tu sia un investitore privato o gestisca attività crypto con volumi significativi, il nostro approccio garantisce sicurezza, efficienza e trasparenza.

Contattaci oggi per una consulenza senza impegno. Costruiamo insieme la tua strategia fiscale crypto, su misura per le tue esigenze e obiettivi.

FAQ

1. Posso pagare le tasse in criptovalute in Svizzera?

Attualmente, la maggior parte dei Cantoni svizzeri non consente ancora il pagamento diretto delle imposte in criptovalute, ma esistono eccezioni. Il Cantone di Zugo, ad esempio, permette il pagamento delle imposte fino a un certo limite (100.000 CHF) in Bitcoin o Ether, tramite un partner tecnico (Bitcoin Suisse). Tuttavia, questo è possibile solo per imposte comunali e cantonali, non per le imposte federali. È importante chiarire che l’importo da versare viene comunque calcolato in franchi svizzeri, quindi si tratta di un sistema di pagamento, non di una valuta fiscale riconosciuta. Le criptovalute sono quindi accettate come mezzo di pagamento, ma non influenzano la base imponibile.

2. Devo dichiarare anche le stablecoin come USDT o USDC?

Sì, anche le stablecoin come USDT (Tether), USDC (USD Coin) o DAI devono essere dichiarate nella tua dichiarazione fiscale in Svizzera. Pur essendo ancorate al valore del dollaro statunitense, vengono trattate come qualsiasi altra criptovaluta: sono beni patrimoniali e rientrano nell’imposta sulla sostanza. Dovrai quindi calcolare il valore complessivo delle stablecoin detenute al 31 dicembre dell’anno fiscale, convertirlo in CHF e inserirlo nella sezione relativa agli “altri beni mobili”. Anche eventuali guadagni derivanti dall’uso di stablecoin in attività di lending, staking o yield farming possono generare redditi imponibili e devono essere dichiarati separatamente.

3. Le NFT (Non-Fungible Token) sono soggette a tassazione in Svizzera?

Sì, anche gli NFT rientrano potenzialmente nel perimetro fiscale svizzero. Se un NFT rappresenta un bene digitale con valore di mercato (come arte digitale, diritti d’autore o item da collezione), allora è classificabile come bene patrimoniale. Il valore dell’NFT deve essere dichiarato nel patrimonio, sulla base della miglior stima disponibile al 31 dicembre, come avviene per le criptovalute illiquide. In caso di vendita con plusvalenza, questa non è tassabile per gli investitori privati, salvo che l’attività sia qualificata come professionale. Attenzione: se vendi NFT creati da te, i ricavi possono essere considerati reddito imponibile da attività autonoma.

4. Tassazione Criptovalute in Svizzera: che succede se non dichiaro?

Omettere di dichiarare le criptovalute detenute può portare a sanzioni amministrative, accertamenti retroattivi e – in casi gravi – all’apertura di una procedura penale fiscale. Le autorità cantonali hanno poteri di indagine e incrociano sempre più spesso dati bancari, dichiarazioni patrimoniali e rapporti con intermediari crypto. Inoltre, grazie all’evoluzione del monitoraggio tramite blockchain analytics e allo scambio internazionale di informazioni (CRS), anche wallet esteri o non custodial potrebbero essere individuati. In caso di omissione volontaria, è comunque possibile procedere con autodenuncia spontanea (solo se è la prima e prima di eventuali accertamenti), per ridurre sensibilmente le sanzioni.

5. Quali sono i migliori strumenti per gestire la fiscalità delle criptovalute in autonomia?

Per chi desidera avere una gestione autonoma ma ordinata delle proprie attività crypto in ottica fiscale, esistono diversi software professionali pensati per l’automazione e la compliance. Tra i più utilizzati in Svizzera troviamo Koinly, Accointing, CoinTracking e CryptoTaxCalculator. Questi strumenti permettono di collegare wallet ed exchange, generare report fiscali personalizzati, calcolare plusvalenze, registrare attività da DeFi e NFT, convertire i valori in CHF e classificare correttamente le operazioni. Alcuni offrono anche modelli compatibili con la dichiarazione svizzera. Tuttavia, il supporto di un consulente resta consigliato per validare i dati nei casi più complessi o professionali.